La Kasbah di Mazara del Vallo è stata una piacevole sorpresa, fermiamo l’auto vicino ad una bella spiaggia, con la sabbia d’oro che luccica nel sole. L’acqua è bassa dalle sfumature verdi-azzurre. La lenta melodia delle onde lunghe e pigre, viene ascoltata solo dagli ultimi turisti di fine estate. Una scala di maioliche arcobaleno ci dà il benvenuto.
Vediamo una fontana, Davide corre a vedere se ci sono i pesciolini. All’inizio non vedendoli mi preparo a dargli una delusione, ma poi dei pesci giganteschi blu e arancioni si avvicinano. Davide e Manuele sono contentissimi, mai visti dei pesci così grossi in una fontana. Ci fermiamo a guardare la grande piazza, così bella e silenziosa. Passeggiamo tra le colonne, le mura color ocra costruite in pietra locale e le cupole d’un verde acceso.
Ci inoltriamo tra i vicoli alla ricerca della kasbah di Mazara del Vallo, si perché qui si fondono due mondi, quello siciliano e quello arabo. Vediamo due persone che chiacchierano vestiti con il tipico djellaba e una signora con il velo islamico che va a fare la spesa. Seguiamo una scia di bellissime maioliche che ci conducono nel cuore della kasbah, creando un lungo percorso sulle mura e per terra.
Queste ceramiche decorate a mano sono ovunque, ognuna raffigura un paesaggio o una scena di vita quotidiana, alcune rappresentano i simboli delle varie religioni. I tantissimi quadrati di porcellana danno colore e allegria al luogo, creano bellissimi quadri, su alcune sono scritte frasi simpatiche e che fanno riflettere. Di maioliche sono le panchine, i vasi, le cornici delle finestre. Oltrepassiamo portoni e finestre blu che ci portano verso oriente. Per le stradine vediamo anche dei murales, le serrande dei negozi sono tutte magnificamente dipinte.
Ci fermiamo di fronte ad un arco che divide un vicolo. Ci ricordiamo che in Marocco questo arco divideva due differenti quartieri e serviva a non far oltrepassare gli asini, usati per trasportare le merci da lavoro.
Facciamo un sosta alla chiesa di San Francesco, consigliataci da due persone del posto. Avvistiamo e seguiamo da lontano il campanile blu ed eccoci qui, entriamo, ci sentiamo osservati dalla miriade di sculture in marmo di angeli e santi, presenti ovunque. Il soffitto a volta crea un cielo dagli intensi colori oro e azzurro. Prima questa chiesa aveva uno stile arabo-normanno (come accade in alcune zone della Sicilia) ma poi è stata trasformata, probabilmente in seguito al terremoto, in stile barocco. Un luogo ricchissimo d’arte.
Appena fuori l’ingresso della chiesa c’è un anziano signore molto gentile, un artigiano bravissimo che crea miniature delle chiese e dei monumenti di Mazara del Vallo. Quanta passione, quante meraviglie.
Pausa caffè, in un bar ci servono una buonissima granita alla mandorla che è quasi una crema, una meravigliosa panna cotta ricotta e pistacchio, e un dolce sempre alla ricotta, pan di spagna e mandorle in scaglie. Poi noto nel bancone delle palline avvolte nella carta stagnola, chiedo cosa siano al barista. “Sono i muccunetti” dice il ragazzo, “una ricetta tipica di Mazara, palline di pasta di mandorle ripiene di marmellata di zucca. Una ricetta delle suore di clausura.” Davvero fantastici!
Inoltre Mazara è conosciuta per un’eccellenza culinaria, il Gambero Rosso. Noi lo abbiamo provato e ti assicuro che non ci sono paragoni. Il massimo sarebbe riuscire a comprarli dai numerosi pescherecci nel porto, al rientro dalle loro battute di pesca.
Se vieni da queste parti dunque, non puoi perderti la kasbah di Mazara del Vallo e ovviamente il gambero rosso e i muccunetti!
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