La strada per la Valle di Casies la conosciamo a memoria, a destra e a sinistra il paesaggio si fa sempre più familiare. Ogni casa e ogni scorcio che appare dietro ad ogni curva, come un’eco fa ritornare i ricordi più belli. Ecco la fabbrica del legno che è diventata ancor più grande, ecco le casette con i meravigliosi gerani ai balconi, ed ecco l’altalena nel prato dove dondolavamo da ragazzi.
Le pupille sono lucide e il cuore si espande, la gioia, quella vera, non la riescono a contenere. Un treno dalle coloratissime carrozze corre affianco a noi, sembra dirci:” bentornati nella Valle di Casies ”. Queste montagne dalle cime spruzzate di neve, gli abeti e la musica creata dal vento che li accarezza, il silenzioso sentiero lungo il fiume lucente…Tutto ci è mancato di questo posto.
Percorrendo la strada vediamo un cartello indicare il Lago di Braies. “Non ci fermiamo” dico a Fabio, voglio ricordarlo com’era una volta, immacolato, puro, deserto. Il lago di Braies è un po’ il nostro lago, quando venivamo qui godevamo di un silenzio assoluto. Era un luogo poco conosciuto, stavamo seduti per ore sulle sue rive, poi prendevamo il sentiero che faceva il giro del lago. Fabio si era tuffato più volte in quello specchio d’ acqua gelida e limpidissima.
Proprio lì dove il riflesso delle montagne è talmente perfetto, da confondersi con l’immagine reale. Salivamo sul pontile della palafitta di legno, affacciandoci sulle acque splendide. Scattavamo una foto e poi come da tradizione, ci fermavamo al piccolo bar in legno, prendevamo uno strudel e le frittelle di mele.
Abbiamo visto il lago cambiare aspetto in ogni stagione, in estate con i suoi colori cangianti sotto il sole. In inverno, candido e coperto da una spessa coltre di neve. In primavera con le tante sfumature create dal ghiaccio che si scioglie.
Ora a causa di una famosa serie televisiva il lago è diventato un luogo tra i più visitati. Io volevo invece che rimanesse così com’era nella mia mente. Ma la tentazione è troppo forte e Fabio imbocca la strada. Dove c’era prima un ampio spazio verde, sono sorti grandi parcheggi pieni di auto. Sulla stradina che porta al lago ci sono dei bagni pubblici. Una sbarra limita l’accesso ai veicoli. Il bar che faceva le frittelle di mele, ora vende pizza e patatine. Ci avviciniamo con il cuore stretto in una morsa. Poi i passi si muovono da soli portandoci in un luogo che ci appartiene.
Vediamo i colori dell’acqua che ci inondano di pace, le inconfondibili care montagne ci avvolgono, cancellando il tempo passato. Il tappeto di foglie ramate cadute sotto gli alberi, parlano di nostalgia, ma niente ha potuto toccare l’atmosfera incantata e spirituale del lago di Braies. Il rapporto profondo che abbiamo con questo posto non è spezzato. Ora non è più il nostro posto segreto, ma noi siamo sempre noi e Braies è sempre Braies.
Ci sediamo sotto un albero, vicino alla vecchia chiesetta. Lasciamo che le foglie cadano rendendo i colori più caldi e ammiriamo in silenzio l’incantevole panorama.
Riprendiamo il nostro cammino. La valle di Casies ci accoglie con la sua immutata bellezza, con il suo verde a perdita d’occhio, le punte dei campanili che svettano verso il cielo, le baite abbarbicate sui pendii della montagna. Nessun rumore, solo il tintinnare dei campanacci delle mucche. Questa è la meravigliosa colonna sonora di questi luoghi.
Siamo a S. Martino, passiamo vicino ad una struttura, un b&b dove soggiornammo tanti anni fa. Nulla è cambiato, immagini di un tempo vengono fuori prepotenti. Ricordo la camera dove dormivamo in 10, le risate, le corse nel prato. Rivedo quel ragazzo innamorato, che mi portò la neve presa ad alta quota, sciolta in un barattolo. All’epoca eravamo giovanissimi io e Fabio ed è qui che la storia, la nostra storia ha avuto inizio.
Ricordo la proprietaria dagli occhi di ghiaccio, le mani operose e il cuore dolce. Ancora ho memoria del sapore dei canederli strepitosi, che preparava la signora Tashler. Un giorno ci insegnò come fare, custodisco gelosamente queste preziose semplici istruzioni. La nostra ricetta dei canederli la trovi qui.
Ad un tratto la porta sul retro si apre, una vecchia signora con il golfino sulle spalle esce all’aperto. Fa qualche passo appoggiandosi alla staccionata. “È lei!” dice Fabio, “è la Tashler”. La salutiamo, il suo volto algido si ammorbidisce in un leggero sorriso. Gli occhi vivaci lasciano trasparire il suo carattere forte, oggi come allora. Sono passati forse 17-18 anni… Ci siamo tuffati nel passato, con la consapevolezza che in questi giorni costruiremo nuovi bellissimi ricordi.
Ripartiamo per poi giungere a Santa Maddalena, in fondo alla valle di Casies. Dal cielo scendono leggere le vele colorate dei coraggiosi uomini volanti, che fanno parapendio in un cielo azzurrissimo. Siamo giunti a destinazione, il nostro hotel con spa è qui. Per questa volta ci siamo concessi un po’ di tempo e qualche coccola. Chi conosce questa zona, sa che questo è il posto migliore per ricevere una carezza per il corpo e per l’anima.
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