Alla scoperta della più piccola delle città imperiali del Marocco
E così, quando il sultano si adagiò sul letto, Sherazade cominciò a raccontare…
Come un’apparizione dopo miglia di strade deserte, si mostra a noi la porta di Bab el-Mansour, la più grande porta dell’Africa. Bab el-Mansour, costruita nel 1732, apre l’ingresso alla città imperiale e al palazzo reale. Il grande portone però resta sempre chiuso, tranne durante qualche particolare funzione. Questo potrebbe essere il passaggio verso un mondo sconosciuto, dai mille seducenti segreti. Sollevo il mento sempre più su ammirando l’imponenza di questo varco.
Le bianche colonne di marmo sorreggono i tipici archi sormontati da eleganti ricami. Sinuose iscrizioni in lingua araba di un intenso blu ricoprono le arcate e fanno da cornice alle imponenti mura. Vorrei decifrare queste scritture, così come vorrei scoprire cosa si nasconde oltre questa porta sontuosa. La guida ci viene in aiuto traducendo per noi l’iscrizione:
”Io sono la porta più bella del Marocco. Sono come la luna in cielo. Possesso e ricchezze sono scritti su di me”.
Chissà quali giorni gloriosi ha attraversato la città di Meknes. Città che il più famoso e carismatico sovrano della storia del Marocco, Moulay Ismail, scelse come capitale (vi regnò per 55 anni). Oltre il blu delle scritture mi colpisce la presenza del verde, che si trova anche sulle tegole della città e sui tanti minareti. Meknes è la città verde, perché questo è il colore dell’Islam. Si dice che il verde sia il colore del paradiso, rappresentato come un meraviglioso giardino. Questa è anche la città delle olive, (che sono ottime, provare per credere) data la presenza di tanti olivi in tutta la regione. Meknes ci incanta già al primo sguardo.
Il carretto è già pronto per trasportare Davide e i bagagli. Ci immergiamo tra i vicoli della città, non più rosa come a Marrakech, ma color crema.
Le porte in legno di cedro, intarsiate a mano, sono stupende. Vediamo porte disegnate di arabeschi, decorate con bottoni in ferro o ottone, e con la caratteristica maniglia ad anello. Alcuni portoni hanno in se una doppia porta e una doppia maniglia, per permettere ai bambini di bussare e aprire con facilità.
Incontriamo donne e uomini che vendono per le strade indumenti, borse e scarpe. Ci sorpassano carretti di legno che trasportano ogni tipo di oggetto.
Dove soggiornare a Meknes
Arriviamo finalmente al nostro Riad EL Ma, sembra di entrare in una fiaba d’oriente che narra di re e regine, geni, lampade e tappeti volanti. Tutto è curato nei minimi dettagli: le vivaci finestre dalle vetrate colorate, le colonne ricoperte di mosaici scintillanti, gli archi merlati e le meravigliose incisioni. Al centro del giardino interno c’è una bellissima fontana, dalla tipica forma a stella. Tutto intorno alla fontana piovono fiori di bouganvillea. Nei quattro angoli ci sono diverse piante, tra cui una grossa palma e una bouganvillea, che si arrampica fino al meraviglioso terrazzo sul tetto.
Una porta intarsiata si apre sul terrazzo, il rosa delle mura e del pavimento rendono l’ambiente caldo e accogliente. Piante e tanti fiori circondano tutto il perimetro, in fondo c’è la piscina, dove i bambini si tuffano subito. Le risate e gli schizzi dei nostri piccoli pirati rompono la quiete del luogo. Nel frattempo io e Fabio ci rilassiamo seduti su un romantico dondolo e beviamo il nostro squisito tè alla menta di benvenuto.
Mentre stiamo assaggiando i deliziosi biscotti che ci hanno servito, sentiamo una voce che echeggia sui tetti della città. Saliamo sul tetto per capire da dove viene, dal minareto giunge un forte richiamo. È un canto che invita al silenzio, è il muezzin, la chiamata alla preghiera. Ogni giorno per cinque volte, il muezzin si spande per la città, invitando la popolazione a fermare tutte le attività per pregare. Non si inizia la giornata e non la si conclude, non si mangia e non si va a lavoro, se non ci si ferma prima in preghiera. Vediamo molte persone che si tolgono le scarpe per entrare nella moschea più vicina. D’ora in poi questo inno alla preghiera scandirà anche le nostre giornate.
Alcuni dettagli del grazioso Riad El Ma:
Dato il caldo, siamo a fine aprile e sembra di essere a luglio, passiamo il pomeriggio in piscina. Dalla terrazza vediamo passare le cicogne, che fanno grandi nidi sui tetti. A metà pomeriggio deliziosi profumi cominciano già a salire dalla cucina, invadendo tutto il riad. Scendiamo in giardino e attendiamo l’ora di cena seduti sui divani dalle colorate stoffe ricamate. Al nostro tavolo viene servita una tajine di manzo, con prugne e albicocche secche. Aprendo il coperchio di terracotta della tajine, si insinuano su per le narici aromi dolci e pungenti di spezie. Il fumo e il profumo ci fa viaggiare all’indietro di secoli di cultura e tradizioni marocchine. Uno dei piatti più buoni che abbiamo mai assaggiato!
Dopo cena Amina, la giovane proprietaria del Riad El Ma, si ferma a parlare con noi. Ci dice che per preparare la tajine ci sono volute tre ore, questo rende la carne tenerissima e molto saporita. Si allontana un attimo e torna con in mano un album di foto. Sfogliando le pagine ci racconta la storia di questa struttura. “Questo posto ha 200 anni e nel 2009 nove è stato ristrutturato”. Ci dice. ”Dopo due anni di duro lavoro ha riacquistato la bellezza di un tempo”. Il risultato è davvero straordinario.
La mattina dopo facciamo colazione con il msmemen, tipico pane marocchino, che somiglia a crepes piegate a portafoglio. Ci vengono servite anche le baghrir, simili ai pancakes, e le arsha, schiacciate di semola. Le arsha possono essere accompagnate da formaggio di capra acido, miele o burro. Immancabile sulla tavola al mattino è la dolcissima spremuta d’arancia.
Meknes, cosa vedere con i bambini: il Palazzo Reale
Ora siamo pronti per andare a visitare la città. Ripartiamo dalla stupenda porta Bub el-Mansour, di fronte alla quale si apre la Place el-Hedim. Meknes è la più piccola tra le città imperiali, (Meknes, Rabat, Marrakech e Fes) ma è anche la più fortificata, vanta infatti tre mura di cinta. Meknes è divisa in 4 zone: la zona imperiale, la zona vecchia, la zona nuova e il quartiere ebraico. Un arco dalla tipica forma araba, divide un quartiere dall’altro. Un tempo per passare in una zona diversa, si dovevano attraversare delle porte.
Andiamo a scoprire le bellezze del palazzo reale. Vediamo un lago artificiale, è la grande riserva d’acqua del Bacino di Agdal. Un tempo il lago era alimentato da un complesso sistema di canali lungo 25 km, che serviva ad irrigare il giardino del re. Ora l’acqua è stagnante, ma un tempo aveva l’aspetto di una piscina ed era un luogo di svago per il sultano. Vicino alle sponde vediamo un’opera scolpita che rappresenta, è la statua del venditore d’acqua. Entriamo nei giganteschi granai di Moulay Ismail, chiamati Heri es-Souani, vediamo un grosso pozzo e l’argano per issare l’acqua.
Le mura della costruzione sono spesse 4 metri. Un sistema di canali sotterranei, fa in modo da mantenere la temperatura fresca e costante, infatti entrando dobbiamo indossare una maglietta. Vicino ad ogni stanza che conteneva il grano, c’era una “stanza dell’acqua”, così da creare una giusta umidità nell’aria. Questo era un modo ingegnoso per conservare il grano nel modo migliore. Sarà la presenza dell’acqua o la luce naturale che oltrepassa le piccole finestre, a creare meravigliosi riflessi verdi sulle pareti e sull’alto soffitto a volta. Sembra quasi di trovarsi sott’acqua. Notiamo uno degli enormi portoni originali in legno di cedro, con su incisi i disegni di una stella a 8 punte e tutt’intorno delle frecce. Questi disegni sono ricorrenti in Marocco. La stella rappresenta Allah, che è al centro di tutto e le frecce sono i fedeli, che a lui fanno riferimento.
Meknes, cosa vedere con i bambini: Le scuderie imperiali
Usciamo a vedere le scuderie, che si trovano alle spalle del lago. Devo sbattere più volte le palpebre, l’effetto ottico è straordinario, sembra l’immagine riflessa da due specchi posti uno di fronte all’altro. Gli archi di terra ambrata, uno dietro l’altro come fossero cerchi concentrici, creano quello che appare un passaggio infinito.
Le scuderie di Meknes sono in realtà una straordinaria opera ingegneristica, realizzata in modo tale che pochi uomini, potessero controllare tutti i cavalli contemporaneamente. Il tetto è purtroppo crollato durante il terremoto del XVIII secolo. Si ritiene che prima di questo crollo, le stalle fossero 7 volte più lunghe e che ospitassero 12.000 cavalli. Per il re era importante dimostrare la sua potenza attraverso l’acqua, il grano e i cavalli, che rappresentavano la sicurezza economica e militare dell’impero.
Meknes, cosa vedere con i bambini: Place el-Hedim e il suq
La Place el-Hedim è grande, non viva come la piazza Jeema el-Fna, ma ai nostri occhi appare in ogni caso colorata e allegra. La Place el-Hedim brulica di venditori bizzarri, che vendono la merce più strana. Una volta era il luogo dove venivano emanati i proclami reali e dove venivano compiute le esecuzioni pubbliche.
Oggi si possono incontrare uomini e donne che vendono il pane msmemen e le arsha, o particolari frutti viola e verdi, che somigliano a fichi d’india. Talvolta può capitare di vedere qualche animale catturato nelle vicinanze, come una scimmia o addirittura uno struzzo! Per la gioia dei bimbi, nella piazza scorrazzano piccole macchine telecomandate, sulle quali salgono i nostri bambini. Si divertono un mondo ad andare di qua e di là, di spazio ce n’è a sufficienza.
Su un lato della piazza ci sono dei caffè e alcuni ristoranti, alle loro spalle si trova il grande e bellissimo mercato coperto. Il sole picchia forte sulle nostre teste e così decidiamo di inoltrarci all’interno del mercato, decisamente più fresco e riparato. Qui si vende di tutto, soprattutto prodotti agricoli.
A destra e a sinistra superiamo stupende tajine decorate a mano, lampade e teiere che ricordano la lampada di Aladino. Montagne di spezie, olive e datteri di ogni qualità vengono esposti con maniacale ambizione geometrica. Qua e là piramidi di zenzero, curcuma e cannella lottano contro la forza di gravità. Ci sono dolci marocchini ricoperti di miele, tè alla menta, olio di Argan… un tripudio di colori e profumi.
Meknes, cosa vedere con i bambini: gli artigiani della seta
Avanziamo nel cuore dell’antica Medina, tra piccole botteghe di incredibili artigiani della seta. Gli uomini qui tessono, ricamano, srotolano metri e metri di fili colorati di purissima seta.
I piccoli negozi sono un mosaico di grosse matasse lucenti dalle mille tonalità. Una strana macchina ricca di ingranaggi, ruota senza sosta creando le matassine. Il risultato di tanto duro lavoro è davanti ai nostri occhi, abiti meravigliosi dai colori brillanti e dai preziosi ricami, degni della moglie di un sultano.
Si trovano semplici djellaba, sontuosi caftani, cinture intrecciate e le tipiche babouche. Mi domando perché questi abiti non vengano mai indossati dalle donne marocchine. Le vediamo passare per le strade, con i loro abiti di una semplicità disarmante e dai colori spenti. La risposta ci arriva dalla nostra guida, le donne possono indossare questi abiti solo all’interno delle mura di casa, per il proprio marito, facendosi vedere solo in famiglia. Davanti agli estranei e al di fuori della propria casa le donne indossano abiti per nulla appariscenti, che non attirano l’attenzione, privi di scollature e colori sgargianti. La bellezza per la cultura marocchina è un dono che va riservato ai propri cari. È affascinante veder lavorare questi artigiani e artisti.
Le persone che incontriamo sono sempre gentili e ci aprono le loro porte, qui ci sentiamo come a casa. I vicoli sono più tranquilli di quelli di Marrakech o Fes, la città è piccola e facile da girare anche con i bambini. Mentre camminiamo un odore dolciastro invade i vicoli, un profumo di mandorle tostate e macinate con le quali viene preparata una pasta di mandorle. Le donne vanno a comprare questo composto che serve per fare alcuni tipici dolci del posto. Una volta pronti, i dolci vengono infornati nel forno comune. Vediamo passare donne e uomini con teglie piene di pane o dolci, pronti per essere cotti.
Superiamo un hammam, un bagno turco, un tempo unica fonte di acqua calda per il paese. Affianco vediamo le pareti annerite di un grosso forno, qui viene riscalda l’acqua di questa spa marocchina. Uomini e donne vanno negli hammam in momenti separati, gli uomini ne usufruiscono la mattina e le donne il pomeriggio. Visitiamo un elegante riad con hammam personale. Le strade di Meknes sono piene di continue affascinanti scoperte. Alcune ragazzine che camminano avanti a noi, hanno in mano tre ceste colme di petali di rose. Mi piace immaginarle mentre preparano creme, profumi e la famosa acqua di rose. Continuiamo a camminare cercando di cogliere ogni particolare, notiamo diverse splendide fontane dagli sgargianti mosaici.
Oltrepassiamo la tomba di un uomo considerato santo per i Marocchini, dall’esterno carpiamo la bellezza dei decori preziosi dalle tonalità azzurre. Purtroppo però non possiamo entrare, perché non apparteniamo alla religione mussulmana.
Ritorniamo nella piazza, il nostro viaggio alla scoperta di questa città termina qui. Quante cose abbiamo visto e imparato oggi, Meknes è la città che ho preferito. Rimarranno impressi nella mia mente le mani veloci degli artigiani, gli occhi timidi e furtivi delle donne che si nascondono di fronte all’obiettivo, i sorrisi dei venditori e i dolci profumi dei vicoli. Pezzi di intima bellezza rubati alla quotidianità. Un luogo sospeso in una epoca che credevamo perduta. Meknes ci ha afferrato il cuore, che ancora oggi si stringe pensando a quei luoghi e a quei volti.
Sherazade aveva terminato la sua storia. Calò il silenzio. “Che magnifica storia!” Esclamò il sultano. Sherazade sorrise. “Non è niente in confronto a quella che vi racconterò domani”, disse, “se mi concedete di vivere”. “D’accordo”, acconsentì il sultano, “ti lascerò in vita ancora un giorno”.
Consigli utili per visitare Meknes con i bambini
In quanto tempo si visita Meknes?
Per visitare Meknes noi abbiamo impiegato circa mezza giornata. Bisogna però vivere la città con calma, fermarsi a comprare qualcosa al mercato, mangiare un piatto tipico, godersi il proprio riad. Quindi consigliamo di dedicare un’intera giornata a questa città.
Si può girare Meknes con il passeggino?
Meknes è meno caotica delle altre città imperiali, quindi è possibile ma non facile girare con il passeggino. Nel suq gli spazi sono stretti e c’è sempre un viavai di gente e carretti che portano merci. Noi consigliamo la fascia, sicuramente più comoda in ogni luogo.
Dove mangiare a Meknes?
Noi abbiamo mangiato due volte al ristorante Salma, che si trova proprio nella Piazza el-Hedim. Ci siamo trovati bene, i piatti erano sempre buoni, il proprietario parla italiano e c’è anche una terrazza con una bella vista.
Se hai altre domande su Meknes scrivici nei commenti.
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