Dentro la barca dal fondo di vetro sembra di essere in un sottomarino, ci sentiamo catapultati nel libro di Jules Verne “Ventimila leghe sotto i mari”. Non siamo però sul Nautilus ma sul Cymba, che ci porterà alla scoperta di una misteriosa città scomparsa.
Siamo pronti per scoprire cosa si cela in fondo al mare, forse un’ostrica gigante con dentro una perla grande come una noce di cocco, o qualche mostro marino dai lunghi tentacoli. I bambini sono trepidanti e affascinati.
Attraverso il vetro vediamo il mondo sommerso in verde e azzurro, sul fondo appaiono i primi resti di una città. Colonne ricoperte di alghe, una strada ancora ben visibile, un perimetro quadrato e i resti delle mura di una stanza… Che questa sia Atlantide, la città perduta?
“Sotto i miei occhi, rovinata, distrutta, rasa al suolo, appariva una città con i tetti sfondati, i templi distrutti, gli archi abbattuti, le colonne spezzate a terra… Ancora più lontano, la lunga linea delle muraglie crollate, le larghe strade deserte: una nuova Pompei sprofondata sotto le acque, che il capitano Nemo risuscitava per la mia meraviglia. Dove mi trovavo? Avrei voluto saperlo a qualsiasi costo, avrei voluto parlare, strapparmi la sfera di rame che mi imprigionava la testa. Il capitano Nemo mi si avvicinò e mi fece un cenno. Poi, raccogliendo un pezzo di pietra gessosa, si diresse verso un masso di basalto nero e tracciò un’unica parola: ATLANTIDE.” (Ventimila leghe sotto i mari)
Con la barca nelle acque di Baia città sommersa, con i bambini
La barca ci porta indietro di 1500 anni, centinaia di pesci ci accompagnano in questo viaggio a ritroso. Piccole bollicine risalgono lungo la lastra trasparente, tra le piccole sfere cristalline come un’apparizione dai contorni sfumati, una statua prende sempre più forma man mano che ci avviciniamo. Essa ci svela un popolo fatto di marmo e alghe, gli ultimi abitanti dell’antica città di Baia ormai inghiottita dal tempo.
Ci troviamo nell’antica Baia, città sommersa, con i nostri bambini. Situata nella zona costiera dei Campi Flegrei, vicino Pozzuoli e a pochi minuti da Napoli oggi è parco archeologico e area marina protetta.
La barca sembra quasi sfiorare la statua di Dioniso, ad un tratto un bagliore solare la accarezza mostrando i suoi tratti per pochi attimi. Un gruppo di pesci nuota attorno ad un braccio della scultura, riflettendo nella luce guizzi argentei. Rimaniamo incantati da ciò che appare aldilà del vetro, ci chiediamo cosa facevano e che cosa pensavano le persone che abitavano questi luoghi, è un mistero senza fine. Il mare è il custode di una storia che in gran parte non scopriremo mai.
“Il capitano Nemo, appoggiato a una roccia muscosa, restava immobile e sembrava pietrificato in un’estasi muta. Pensava, forse, a quel mondo scomparso, chiedendosi quali fossero i segreti del destino umano?”
Con le mani tremanti di emozione riesco a malapena a fotografare una statua, un uomo chinato verso il fondo con una grossa coppa in mano, è Ulisse. Poi ecco un’altra statua di una donna eretta e fiera e poi quella che sembra una bambina. Queste statue appartenevano ad una meravigliosa villa romana, ma non una villa qualunque, la villa dell’imperatore Claudio.
Come fu scoperta Baia
Siamo all’interno di un antico cratere vulcanico nella zona dei Campi Flegrei, ovvero campi che ardono. Vediamo da un lato Punta Epitaffio e dall’altro il Castello Aragonese, sede oggi di un museo dove sono custoditi i reperti di baia e una riproduzione del ninfeo. Sullo sfondo veglia il faro rosso di Capo Miseno.
Negli anni ’40 durante la guerra mondiale, una foto aerea evidenziò nella zona di mare antistante il lago Lucrino, la presenza di perimetri quadrati e particolari resti, qualcosa di misterioso che denotava la mano dell’uomo antico. La curiosità di scoprire cosa si celava in fondo al mare a così pochi metri dalla riva era tanta, ma per mancanza d fondi passarono anni prima che fosse data una risposta a tante domande. Solo negli anni ’60, grazie ai primi rivelamenti archeologici subacquei, si scoprirono nei pressi di punta Epitaffio a circa -6 mt di profondità, una strada basolata, resti di colonne e mura di edifici.
Fu scoperta Baia l’antica città romana sommersa.
Nel 1969 ci fu una mareggiata che portò alla luce due statue incredibilmente ben conservate Ulisse e Bajos, che ha dato il nome alla città. Queste statue giacevano all’interno di quello che in futuro fu riconosciuto come il ninfeo della villa dell’Imperatore Claudio.
Il ninfeo dell’imperatore Claudio
Il grande ninfeo (edificio sacro dedicato alle ninfe) era adornato da statue bellissime, come quella che si crede essere la madre dell’imperatore, Dioniso con il capo adornato di una corona di edera, la figlia di Claudio che ha in mano una farfalla, probabilmente morta in tenera età e ancora Dioniso che gioca con una pantera. Al centro della sala si trovava una grande piscina e nell’abside in fondo c’era la statua di Ulisse con una coppa in mano, intento ad ubriacare Polifemo, e il compagno di Ulisse Bajos con un otre poggiato sul ginocchio. Purtroppo la statua di Polifemo non fu mai trovata. Le altre statue sono oggi visibili sul fondo del mare, grazie alle escursioni organizzate. Nel ninfeo con tutta probabilità venivano a mangiare e rilassarsi le persone importanti dell’epoca insieme all’imperatore.
Altri ritrovamenti
Con il passare degli anni ci sono stati sempre più ritrovamenti, come la villa Pisoni, bellissime pavimentazioni decorate con preziosi mosaici e resti di peschiere. Era infatti usanza dell’epoca avere una villa con peschiera personale adibita all’allevamento di Pesci, molluschi e murene, piatto prelibato dell’epoca.
Com’era fatta Baia
Una volta c’era il Lacus Baianus che aveva un canale navigabile scavato dai romani. Attorno a questo lago si estendeva l’antica Baiae. La strada più importante era la Via Erculanea che collegava Baia con Pozzuoli (un tratto ancora visibile sul fondo). La strada era anche una diga che proteggeva il lago Lucrino dalle mareggiate. Il lago una volta era molto più grande di ora, a causa del bradisismo e della nascita del monte nuovo, nato in seguito ad un’eruzione. Qui sorgeva il primo porto dell’impero militare romano, il Portus Julius, ingoiato dalle acque appena 12 anni più tardi.
La fine di Baia
La fine di Baia arrivò tra il 400 e il 500 d.C. quando l’impero romano stava per finire. A causa del bradisismo (abbassamento o innalzamento del terreno, a causa dei movimenti magmatici del sottosuolo dell’area flegrea) la città cominciò ad affondare inesorabilmente e le sue ville meravigliose abbandonate e dimenticate per secoli.
Nel 2002 viene istituito il parco archeologico sommerso di Baia e l’area marina protetta, ed è grazie a questo che oggi possiamo godere di queste antiche meraviglie.
Per altre informazioni visitare il sito www.baiasommersa.it
Consigli utili: come arrivare e dove parcheggiare
Il porto di Baia dista circa mezz’ora da Napoli. Dalla città partenopea si può arrivare con la Metro e poi prendendo la linea ferroviaria Cumana. La stazione dista dal porto di Baia circa 1 km. Noi siamo arrivati in auto, prendendo l’uscita Pozzuoli della tangenziale di Napoli (A56) e proseguendo sul lungomare fino al porticciolo di Baia. Nel porticciolo ci sono parcheggi comunali a pagamento e, dopo il porto, alcuni parcheggi privati. Nel fine settimana i posti auto scarseggiano anche in considerazione degli avventori dei ristorantini del porto. Pertanto nel weekend conviene arrivare con largo anticipo.
Come visitare l’Area Archeologica di Baia città Sommersa con bambini
Per visitare i misteri di Baia città sommersa, con i bambini, dovrai salire al bordo del Cymba e prenotare l’escursione. In questo periodo ci potrebbero essere cambiamenti di orari quindi conviene sempre prima telefonare. Questo è il numero 3494974183. Per le famiglie al momento è necessaria l’autocertificazione, per poter stare vicini, che troverai sul sito e dovrai stampare e presentare all’imbarco.
Le partenze
gruppi su prenotazione: tutti i giorni con partenza ogni ora.
individuali: sabato ore 12:00 – 15:00 – domenica e festivi ore 10:00 – 12:00 – 15:00
Il costo dei biglietti è 12,00 euro per gli adulti e 8,00 per i bambini, i bambini sotto i 4 anni non pagano.
Imbarco: Porto di Baia – Via Molo di Baia – 80070 Bacoli Napoli
Cliccando qui puoi leggere della nostra esperienza al Museo Archeologico Virtuale ed agli scavi di Ercolano
Ma che bella esperienza! Sicuramente i tuoi bimbi non la dimenticheranno! Anche a me affascinano molto i siti archeologici e in generale i musei perché mi piace immaginare come fosse la vita a quel tempo. Questo è sicuramente un luogo da visitare!
Anche noi siamo affascinati dai siti archeologici e dalle storie che ci narrano questi luoghi. Baia poi è davvero speciale, i bambini ne erano incantati!