La nostra baita nel bosco immersa nella neve
Attraversata la nostra valle spruzzata di bianco, cominciamo a salire. I boschi di pini e abeti si fanno più fitti man mano che saliamo. Sentiamo il rumore di un fiume, il resto è silenzio. Le piccole casette in legno dei cacciatori sono coperte da una spessa coltre immacolata, sembra essere albume montato. La neve ricopre ogni cosa, gli alberi, i tronchi tagliati, la staccionata che curva lungo l’ormai invisibile sentiero. All’improvviso, mezza immersa sotto la neve, come un miraggio ci appare una baita, la nostra baita.
Il sole fa brillare la neve e tutto sembra coperto di zucchero. Usciamo e affondiamo gli scarponi nella fredda neve sentendola scricchiolare sotto i piedi. Tutto qui è meraviglioso, siamo a 1600 metri in mezzo al bosco che si arrampica lungo il pendio roccioso. Non c’è nessuno, siamo solo noi e le montagne. Le scale sono ghiacciate, ma riusciamo pian piano a raggiungere l’ingresso. Davanti alla malga c’è uno scivolo e due altalene, ci tuffiamo in questo mare candido, Manuele mangia felice la neve. Poi una palla di neve vola dietro la mia schiena e comincia subito una battaglia senza esclusione di colpi.
Entriamo dentro per riposarci un po’. Ci accoglie l’odore del legno e il calore tipico delle malghe sudtirolesi. Le piccole finestre con le romantiche tende e la tovaglia a cuori rossi sulla tavola di legno, ci fanno sentire a casa. Sulle mensole ci sono simpatici animaletti del bosco, creati con la paglia da un artista locale. Un orologio in legno scandisce silenzioso i lenti minuti. I bambini saltano sul letto a castello mentre Fabio accende il fuoco. Dalla finestra della baita vediamo il nostro simpatico pupazzo di neve che ci sorride. Dietro di lui il bosco, affascinante e misterioso, chissà quante meravigliose creature si nascondono tra gli alberi.
Con i bambini alla scoperta del regno del gigante Baranci
La mattina successiva ci alziamo in un mondo imbiancato. Facciamo colazione con uova strapazzate e erba cipollina, bratwurst, pane tostato, burro, speck, marmellata locale e succo di mela. Dalla finestra vediamo cadere i primi fiocchi di neve, ed è magia. Nella neve vediamo delle impronte fresche, qualche animaletto girava nei dintorni stanotte. Forse una lepre…
Apriamo la porta e l’inverno entra prepotente.
Oggi ci dirigiamo verso il Monte Baranci, seguiremo le orme del gigante Baranci con i bambini. La leggenda narra di un bambino che bevve l’acqua di una fonte magica e si trasformò in un gigante. Egli viveva con altri suoi simili tra le montagne che si ergono intorno a San Candido. Gli abitanti del luogo dovevano costruire la Chiesa di San Candido, ma erano in difficoltà nel trasportare i grossi sassi dalla montagna a valle. Intervenne il gigante che aiutò la popolazione, chiedendo in cambio viveri e vino. La chiesa fu costruita e gli abitanti ne furono felici. Tra queste montagne abita ancora oggi lo spirito del gigante Baranci, con i bambini entreremo nel suo mondo. Una volta saliti con la seggiovia, ci immergiamo nel bosco del gigante.
Il paesaggio è incantevole, incontriamo una gigantesca padella e delle grosse posate, segno del passaggio del gigante. Ecco un paio di occhiali giganteschi, poco più avanti c’è un naso e un orecchio enormi. Giochiamo con i suoni amplificati udibili attraverso l’orecchio del gigante e la fantasia corre veloce. I bambini camminano esplorando curiosi il bosco. Vediamo un cannocchiale e guardiamo attraverso, il magico cannocchiale ci mostra il Gigante Baranci ora trasformato in montagna.
In estate su questo monte si possono vedere anche le grandi impronte del gigante, che formano due simpatici laghetti. Tanti sono i giochi per i bambini. Il percorso del gigante è circolare, lungo due chilometri dura circa un’ ora e non è faticoso, anche se presenta alcuni tratti in leggera salita. Fatto il percorso si può tornare a valle o con la seggiovia o con slittini in inverno e fun bob in estate. C’è anche un percorso per i passeggini.
Gigante Baranci con i bambini, il villaggio degli gnomi
Vicino all’ingresso del mondo del gigante c’è anche un misterioso ma simpatico villaggio, è il paese degli gnomi. Si anche gli gnomi abitano questi luoghi. Si sa queste creature sono timide e schive, ma riusciamo lo stesso ad addentrarci nelle loro casine fiabesche. Un mini villaggio vero e proprio, con l’ufficio postale, la chiesa, un castello con il ponte di corda, un mulino… Vere e proprie baite in miniatura costruite interamente di legno. C’è una casetta dove si trova un puzzle gigante da costruire, un’altra dove si può giocare con mattoncini colorati. I bambini entrano in ogni casetta, salgono la scala interna che porta al secondo piano e si affacciano alle piccole finestre. Dipingono nel laboratorio di pittura e suonano la campana della chiesa. Si divertono da matti, sentendosi un po’ gnomi per un giorno.
Dopo una sosta al rifugio per uno strudel di mele con salsa alla vaniglia, scendiamo a valle con i nostri slittini. Pronti via! Le risate echeggiano durante tutta la discesa. Ritorniamo nella valle di Casies in tempo per vedere la mungitura delle mucche. Il contadino Arnold ci aveva invitato il giorno prima. Nella stalla ci sono tantissime mucche, vitellini appena nati e alcuni coniglietti. Gli occhi di Davide sono pieni di gioia. Arnold ci dà del latte appena munto, le uova fresche, lo yogurt, il burro fatto da loro. Che bontà!
Saliamo su in baita. Qui i telefoni non prendono per fortuna, siamo isolati e immersi in un mondo meraviglioso solo nostro. Salendo verso la cima della montagna la nevicata si infittisce, la strada di riempie di neve. D’un tratto mi esce dalla bocca un piccolo grido di meraviglia… Non posso crederci, un giovane capriolo ci attraversa la strada! Per un attimo si ferma e ci scruta, con il suo musetto carino e le corna appena spuntate. Cerco di fotografarlo ma l’emozione mi tradisce. Facciamo rumore e il capriolo scappa, veloce ed elegante, arrampicandosi su per la montagna tra gli alberi. Ci sentiamo grati e fortunati per tutto questo. La bellezza di una natura ancora incontaminata ci circonda.
Ci fermiamo davanti alla nostra baita a giocare. Davide scava con la sua pala e Manuele, con la bocca aperta verso il cielo, cerca di mangiare i grossi fiocchi che scendono giù. Dalla finestra vediamo scendere la neve fino a sera. Piccoli batuffoli di cotone scendono giù lenti e pian piano si trasformano in cristalli poggiandosi sul vetro. Gli alberi si vestono d’argento, la finestra sembra un quadro. La neve rende i rumori ovattati, il paesaggio candido e l’animo lieve. Stasera mangiamo canederli in brodo, da bere, ovviamente, birra locale. I bambini dopo un po’ crollano stanchi. Io e Fabio ci godiamo una grappa al pino cembro e una tisana all’anice vicino al fuoco. Mi addormento serena leggendo un libro. Domani chissà quali altre esperienze fantastiche vivremo tra questi monti.
Monte Baranci come arrivare
Il Monte Baranci è facilmente raggiungibile. Gli impianti di risalita infatti partono proprio dal centro di San Candido. Nei pressi del punto di partenza della seggiovia c’è il parcheggio auto. L’ ingresso al percorso è gratuito, si paga solo la salita in seggiovia, si può fittare lo slittino per la discesa o si può acquistare il biglietto per il fun bob. Per altre info leggi qui.
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Che bello leggere di questa esperienza. Mi è venuta voglia di farla anche io. Sicuramente non subito, ne custodirò con attenzione la”proposta”. Grazie per aver condiviso questo viaggio.
Ci fa molto piacere condividere le nostre esperienze e sapere che qualcuno ne farà tesoro. Sono sicura che questo posto, che è capace di incantare grandi e piccini, ti incanterà. Ti auguro di poterci andare presto e ti confesso che vorremmo tornarci anche noi in estate!