Da Santo Stefano di Sessanio a Campo Imperatore e Rocca Calascio
La conosco quella sensazione che sale su per lo stomaco, quel brivido che accarezza la pelle. L’emozione di un nuovo viaggio che ci porterà a scoprire nuove strade. Che regalerà paesaggi che neanche immaginiamo. Se come me hai voglia di un on the road tra montagne selvagge, strade deserte, borghi misteriosi e boschi dai colori fiammanti, allora questo viaggio fa per te.
Informazioni pratiche sull’itinerario nel parco Nazionale del Gran Sasso con bambini
Questo è un itinerario perfetto per un weekend di due giorni ed una notte nel Parco Nazionale del Gran sasso. Ovviamente si possono trascorrere molti più giorni in questo paradiso. Il percorso è quasi un anello perfetto che da Santo Stefano di Sessanio sale su a Campo Imperatore, dirigendosi poi verso Fonte Vetica per una sosta golosa. Da qui si ridiscende verso Castel del Monte, per poi concludere il giro a Rocca Calascio. Volendo si può fare anche un on the road di una giornata, ma noi consigliamo di fare le cose con più calma. Trascorrerai un fantastico weekend nel Parco Nazionale del Gran Sasso con i bambini!
Santo Stefano di Sessanio
Curva dopo curva risaliamo la montagna. La sera, dopo il cambio dell’ora, arriva presto. La strada che da San Demetrio Ne’ Vestini, dove alloggiamo, porta a Santo Stefano di Sessanio, è di per sé già un’avventura. Il cielo è ormai nero, ma ci rendiamo conto di essere ad un soffio dallo strapiombo. In alcuni punti il guard rail è assente e alcuni tornanti ci fanno tremare. D’altronde questa è la sera di Halloween, cosa potevamo aspettarci? Dopo l’ennesima svolta, come un apparizione, si mostra a noi il solitario borgo di Santo Stefano di Sessanio. Incastonato nella roccia della montagna, coperto di mille luci, sembra avvolto da un mantello di fascino e mistero.
Questo borgo a 1250 metri d’altitudine, è tra i più belli d’Italia. Emblema di come la valorizzazione dei luoghi e delle antiche tradizioni, possano dar nuova linfa ad un paese quasi abbandonato a se stesso. Santo Stefano nella metà del 900 era praticamente una città fantasma, ma la lungimiranza di alcuni suoi cittadini, ha portato questo borgo nell’eccellenza del turismo italiano. Santo Stefano di Sessanio, grazie anche al suo albergo diffuso Sextantio, è una meta ricercata anche da molti stranieri. Qui possono gustare i sapori di un tempo, anche a tavola, dove tra i tanti piatti gustosi spicca la Lenticchia, presidio Slow food.
La notte delle Lumère a Santo Stefano di Sessanio
In questo paese ci aspetta una notte magica, La Notte delle Lumère. Abbiamo un appuntamento con i ragazzi di Gira e Rigira e con i loro amici asinelli. Questi ragazzi organizzano Trekking con asini nel Parco Nazionale del Gran Sasso con i bambini. In particolare a Santo Stefano di Sessanio, Rocca Calascio e nelle Terre della Baronia, (dai un’occhiata sul loro sito internet!). Arriviamo nella piazzetta di Santo Stefano di Sessanio, il freddo pizzica le dita e prendiamo un bicchiere di vin brulè per riscaldarci.
I bambini fanno conoscenza con Agnese, l’asinello che li porterà a scoprire le origini della festa di Halloween. Manu sale in groppa ad Agnese e comincia il viaggio attraverso credenze e tradizioni popolari di questi luoghi. I bimbi possono salire a turno in groppa agli asinelli. Ad ogni sosta incontriamo un personaggio che ci racconta una storia che affonda le radici nel passato di questo posto.
Un uomo con un mantello scuro ci indica il cammino. Vicino ad una vecchia casa vediamo una donna dai lunghi capelli scuri e l’aria tenebrosa. Regge sul suo braccio un corvo imperiale dal manto lucente. Ai suoi piedi diversi uccelli della notte. La ragazza ci spiega l’origine delle credenze popolari riguardo a questi animali. Il rapporto di questi uccelli con la morte, o con la sfortuna. Davide rimane incantato ad osservare il gufo, la civetta, e i barbagianni.
Camminiamo tra i vicoli, tra le case di pietra, i lampioni in ferro battuto del borgo. Il paese è talmente bello da sembrare fatato, o come in questa notte, stregato. Le vie brillano di mille candele accese. Alcuni ingressi sono addobbati con zucche, ragnatele e e cappelli di strega. Qualcuno ha lasciato un cesto pieno di caramelle per i bambini. Concludiamo il giro con uno spettacolo molto bello. Una cantastorie, accompagnata da un musicista, ci racconta un’altra bella storia del posto. I bambini sono incantati, non vogliono più venire via.
Questo modo di viaggiare lento, tornando alle origini, ci è piaciuto molto. Grazie a queste escursioni con gli asini i bambini si divertono, scoprono le storie antiche di un posto, sono invogliati a camminare e creano un legame con questi adorabili animali.
Parco Nazionale del Gran Sasso con bambini, Campo Imperatore
Il mattino di buon ora da Santo Stefano di Sessanio ci inerpichiamo verso Campo Imperatore. Di giorno devo dire che regala panorami mozzafiato, a picco su un’immensa, verde vallata. Procediamo lungo tornanti che si arrampicano sulla montagna. La linea d’asfalto serpeggia tra le colline, portandoci a scoprire lande erbose, spoglie e solitarie.
Un paesaggio lunare, avvolto dalle montagne, dove siamo i soli esploratori. C’è un motivo per cui lo chiamano piccolo Tibet. Ci fermiamo nei pressi del laghetto Pietranzoni, che come uno specchio placido e immobile, riflette le montagne. I bambini giocano a calcio, mentre Fabio scatta qualche foto.
Dietro le cime che s’innalzano scomparendo tra le nuvole, si nasconde il Corno Grande del Gran Sasso. Abbiamo dei bellissimi ricordi di questa montagna verdissima, con la punta spruzzata di neve. Ripartiamo, la strada solca la piana silenziosa come una spada dritta e infinita. Solo qualche albero e sporadici cespugli di bacche rosse, abitano questo luogo disabitato.
A Campo imperatore sono numerose le possibilità di trekking o semplici passeggiate. Il meteo questa volta non è proprio dalla nostra parte, quindi proseguiamo per raggiungere il luogo dove pranzeremo.
Dove mangiare a Campo Imperatore con i bambini
Prima di scendere verso Rocca Calascio facciamo una sosta pranzo a Fonte Vetica, al rifugio Mucciante. Qui ci sono due rifugi famosi, dove si arrostiscono i tipici arrosticini. I Ristori Mucciante e Giuliani, che sono in effetti due macellerie. Acquistiamo carne, formaggio, pane da arrostire e il tipico pecorino di Castel del Monte. Nel frattempo vengono accese le griglie tipiche per gli arrosticini, dalla forma stretta e allungata. Diamo il via alla grande arrostita, che bontà, e che spettacolo mangiare tra queste montagne. Bambini felici e marito ancor di più. Attraversando queste montagne selvagge non abbiamo visto nessuno o quasi. Ecco dove erano finiti tutti! In questi rifugi si ritrovano tanti viaggiatori, motociclisti e camperisti da tutto il mondo. Nelle vicinanze infatti c’è anche un parcheggio per i camper che amano le soste libere.
Se riesci fai una sosta a Castel del Monte, dove aleggiano leggende di streghe e sortilegi. Ad agosto è possibile assistere ad uno spettacolo itinerante durante La Notte delle Streghe. Il centro storico è molto affascinante e qui i pastori producono l’ottimo pecorino Canestrato di Castel del Monte, che abbiamo gustato al ristoro.
Gran Sasso con i bambini, Rocca Calascio
Scendiamo dall’altopiano di Campo Imperatore. Ad un certo punto la strada si arrampica di nuovo, avvolgendo tornante dopo tornante la montagna. Le nuvole incombono grigie e minacciose sulle nostre teste. Per fortuna il tempo ci salva dai gruppi di turisti che solitamente affollano questo luogo. Visto il periodo di bassa stagione possiamo salire fino al borgo antico di Rocca Calascio, parcheggiando l’auto alla fine della strada. Normalmente bisogna parcheggiare l’auto a Calascio (o nei piccoli parcheggi lungo la strada) e percorrere un sentiero di circa 2 km, generalmente percorribile in un’ora. In alta stagione è presente anche una navetta che da Calascio sale a Rocca Calascio. Oppure è possibile salire con gli asinelli di Gira e Rigira, cha accompagneranno i bambini.
Ci incamminiamo lungo strade lastricate del Borgo antico di Rocca Calascio, tra alberi gialli e botteghe dalle insegne di legno. Dopo pochi minuti avvistiamo la rocca, In 5 minuti circa siamo su. Eccoci ad un passo dal cielo, ai piedi dell’austero, maestoso castello. Un panorama che ci fa provare un brivido di paura e meraviglia. Allungo lo sguardo in tutte le direzioni, verso le colline che paiono infinite e le valli tra cui riposano le nuvole. Un mantello infinito di bellezza.
L’ultimo tratto di strada per arrivare alla rocca, seppur non particolarmente stretto, si affaccia sul precipizio ed è senza ringhiera. Anche nei pressi della rocca non ci sono recinzioni. Sconsiglio di salire a Rocca Calascio con bambini piccoli.
Per un attimo durante questo viaggio, ci è sembrato di essere chissà dove, eppure non siamo altro che nella nostra bellissima Italia. Preparati, questo viaggio ti riempirà gli occhi di orizzonti incredibili. Ti porterà a perderti tra deserti verdi e montagne maestose. Riuscirai ad afferrare frammenti di immensità.
In collaborazione con gli amici di Gira e rigira