E così, quando il sultano si adagiò sul letto, Sherazade cominciò a raccontare…
Chi potrebbe pensare che la piccola piazzetta del mercato dove ci troviamo, possa suscitare un qualunque senso di bellezza estetico, eppure è bella, in ogni sua sfaccettatura. Sono belli gli arabeschi che incorniciano un antico portone e le tegole di maioliche verde smeraldo, che si notano alzando lo sguardo. Sono belle le botteghe con i tavolini sgangherati che vendono di tutto, dalle solite chincaglierie a oggetti rari e preziosi. Sono belle le persone del posto che vivono la loro quotidianità.
Osservo un vecchio tutto vestito di bianco, con il cappello da preghiera islamico e le babouches bianche, ormai consunte, che cammina lentamente. Quanti frammenti di bellezza in pochi metri. Ci troviamo nel souk di Fes. Mai mi sarei aspettata di trovare tante meraviglie in una sola piazzetta, nascosta tra i vicoli della città vecchia.
L’ottimo street food marocchino

Il fumo dei baracchini che cuociono la carne tra i vicoli di Fes
Ad un tratto una nebbia avvolge il vicolo di profumi invitanti. L’ora di pranzo è vicina e le griglie roventi si riempiono di brochettes, i tipici spiedini di carne marocchina. Non resistiamo al profumo e decidiamo di sederci ai precari tavolini di un venditore di bibite. Prendiamo un succo d’arancia e l’immancabile tè alla menta, mentre aspettiamo le nostre brochettes. La carne è di una bontà unica, i bambini la mangiano insieme al tipico pane schiacciato, spazzolando tutto. Il nostro pranzo ci costa in tutto circa 7 euro, ma che sapore!

Brochettes
Tra i vicoli di Fes, un arcobaleno di negozi
La visita nel souk di Fes non è finita. Seguiamo la nostra guida Idriss nei vicoli della zona più degradata di Fes. Le strade lastricate lasciano il posto a vie polverose. Due donne sedute su un muretto sono intente a cucire qualcosa, mentre un uomo vende stoffe all’angolo opposto del vicolo. Insinuandoci tra le mura opache e scrostate dal tempo, vediamo sfilare le botteghe colme di meravigliosi oggetti realizzati in pelle. L’odore acre si fa largo tra le vie, le concerie di pelli sono vicine. Qui lavorano gli artigiani più bravi del Marocco. Arriviamo al civico 64, risaliamo una lunga e stretta scala, che penetra all’interno di un negozio di borse e scarpe.
Le concerie di Fes con i bambini, un mosaico di colori
I mille oggetti formano un arcobaleno di sfumature. La scala termina su un terrazzo, che si apre sul mosaico colorato delle concerie di Fez. Ci consegnano un rametto di menta per contrastare il forte odore del pellame. Circondate da alte mura giallo pallido, si stendono tonde vasche ripiene di coloranti, usate per conciare le pelli. A sinistra di quelle che ai miei occhi appaiono come cellette variopinte di un’arnia, le vasche nuove, formano un reticolato dalle candide tonalità. Il gioco geometrico sembra prendere spunto da un dipinto di Klimt. Le tecniche per conciare le pelli sono rimaste invariate per mille anni.

Vasche ripiene di coloranti naturali delle concerie di Fes
Vediamo le vasche colme di acqua, calce ed escrementi di piccione. Le pelli vengono ammorbidite tenendole in ammollo in questa mistura. Poi le pelli vengono trasferite nelle vasche piene di colorante, in seguito asciugate al sole e infine lavorate dagli esperti artigiani. Un uomo si immerge in una vasca per poi uscirne totalmente ricoperto di colorante rosso. I bambini guardano camminare un uomo tutto dipinto di bianco. Osserviamo un uomo giallo e un uomo color marrone, immerso fino alla vita, che calpesta le pelli. Affianco un uomo riemerge, tutto coperto di blu. I nostri occhi sono pieni di meraviglia, nonostante la realtà che c’è dietro sia dura come uno schiaffo in pieno viso. Quanto duro lavoro e sudore. Quanti tesori vengono creati tra queste mura.
Le concerie di Fes con i bambini, le babouches marocchine
Non resistiamo dall’acquistare le tipiche babouches, le pantofole con la punta in su di Aladino. La scelta però è ardua, tra le alte pareti traboccano babouches dalle mille gradazioni. Davide vorrebbe provarle tutte e il proprietario lo lascia fare. I bambini in Marocco sono super coccolati. Dobbiamo salutare questa zona di Fez che ci ha regalato tanto. Mi incammino lungo il vicolo, dopo aver calzato le mie nuove babouches blu. I miei piedi, dopo tanto cammino ringraziano, non sono mai stati così comodi in una scarpa tanto morbida.
Fez ci ha fatto affondare le mani in una realtà cruda, vera, bellissima. Ci ha tessuto addosso l’intreccio di fili che sono le sue tradizioni millenarie di questo paese.
Le concerie di Fes con i bambini consigli utili
Avrai capito da come ho descritto le concerie, che per noi è una tappa imperdibile. Ci hanno detto che la zona delle concerie è sporca, fatiscente e che l’odore è nauseabondo. Forse dipende dai momenti e dalla sensibilità personale, ma noi non abbiamo trovato tanta immondizia e l’odore delle concerie è sopportabile. Infatti l’odore delle pelli non ha dato per nulla fastidio ai bambini.
Le babouches sono costate appena venti euro, 30 se ne avessi comprate due. Nonostante non amo gli oggetti in vera pelle, devo dire che le scarpe sono davvero comode e bellissime.
Consigliamo di girare con una guida perché è facile perdersi.
Si può percorrere la strada con i passeggino, meglio se da trekking.
Leggi il nostro articolo su come organizzare un viaggio in Marocco.
Sherazade aveva terminato la sua storia. Calò il silenzio. “Che magnifica storia!” Esclamò il sultano. Sherazade sorrise. “Non è niente in confronto a quella che vi racconterò domani”, disse, “se mi concedete di vivere”. “D’accordo”, acconsentì il sultano, “ti lascerò in vita ancora un giorno”.
Le concerie di Fes!! Mamma che belle le foto con le vasche colorate/coloranti! decisamente nella mia bucket list, come il Marocco in genere, a dire la verita’. Che tu sappia, osno colori naturali? Sai di cosa siano fatti? Ma soprattutto, se metti le pelli a lavare, anche fosse a mano, quanto lasciano giu’ il colore? 😀
Ci sono delle vasche con coloranti naturali e vasche nuove con coloranti chimici. Il sito è Patrimonio UNESCO e dovrebbero conservare delle vasche con coloranti naturali (a detta delle guide locali). M a molti credono che ci siano ovunque prodotti chimici. L’odore che sentivo io non era di prodotti chimici però. Credo che un po’ di colore lo perdano, meglio non lavare in acqua.