E così, quando il sultano si adagiò sul letto, Sherazade cominciò a raccontare… La sua ultima storia…
C’è una terra magica, bella come una notte stellata d’Oriente, profumata di menta, anice e cannella. Una terra bollente, caotica, un mosaico di colori, arte, ricchezza e miseria. Una terra che inebria e stordisce, tra musica, preghiere e voci nei bazar. Una terra che sa stregare occhi e palati. Una terra dove il tempo è sospeso in un sogno che non potrai scordare mai più. Questa è Fez, una delle quattro magiche città imperiali del Marocco.
Fez con i bambini – La porta Bad Boujloud

la porta Bad Boujloud
Giungiamo a Fez il 1 maggio in un caldo pomeriggio ormai estivo. Il nostro riad è degno di un sultano. Il mattino dopo incontriamo Idriss, la guida che ci porterà alla scoperta di Fez con i bambini. Idris ci dice che Fez si divide in tre zone, la parte vecchia che risale al IX secolo, la parte risalente al XIV secolo e la parte nuova della città.
Il nostro viaggio comincia dalla porta Bab Boujloud, la porta più famosa di Fez. Questo arco si apre sulle tradizioni millenarie di una città incantata. I suoi archi moreschi, sono sovrastati da ricchi decori in piastrelle dalle tonalità blu. Al suo interno, la porta è rivestita invece da piastrelle verdi. Blu è il colore di Fez, che ritroviamo nelle sue famose ceramiche. Il verde è il colore dell’islam, presente sulla bandiera del Marocco, mentre il rosso è il colore della resistenza.
Fez con i bambini – Il Palazzo reale

Il palazzo reale di Fez
Ci spostiamo in auto verso il quartiere Fès el-Jadid e ci ritroviamo in una piazza colma di un particolare silenzio reverenziale. Alzo gli occhi e rimango incantata da ciò che vedo. Sette porte di ottone di diverse dimensioni, brillano nel sole con i loro decori scolpiti che ricordano dei bellissimi fiori. Immagino i segreti che si celano dietro queste porte, custodite gelosamente da mura alte e invalicabili. Osservo da vicino il portone centrale, il più imponente di tutti, incastonato nelle mura costellate di zellige, che ricamano disegni eleganti e armoniosi. Le piastrelle colorate si alternano al legno di cedro intagliato, che sovrasta le porte, creando un equilibrio di tonalità fredde e calde.
Il palazzo non è aperto al pubblico, un tempo residenza principale del sultano, è usato dal re del Marocco ( che vive a Rabat) quando si trova a Fez. Si dice che sia immenso e pieno di ogni ricchezza.
Le ceramiche di Fez
Idriss ci porta a vedere come lavorano la ceramica i bravissimi artigiani di Fez. I ceramisti, creano prodigi con l’argilla grigia vulcanica di Fez (un’argilla che rende le ceramiche molto resistenti). Guardare le mani degli artisti che scivolano veloci sull’argilla, creando in una manciata di minuti una tajine, è un piacere per gli occhi. Vediamo il forno fatto di fango e paglia, dove le ceramiche vengono infornate. Gli oggetti cuociono per 10 ore a 1000 gradi e 12 ore dopo essere stati decorati.
C’è chi decora con mano ferma un vaso. Chi con un piccolo scalpello prepara le tessere del mosaico prezioso, che ricoprirà una fontana. Osservo il sottile pennello dal quale fuoriescono per magia perfette onde sinuose. Donne e uomini dalle mani incantate, lavorano senza sosta. Il negozio di ceramiche è un mare bianco e blu, quanta bellezza.
Fez con i bambini – Il souk

Nel souk di Fez
Lasciamo la fabbrica di ceramiche e giungiamo in una piazza, dove si trova l’ingresso del tipico mercato marocchino. Quello che ci aspetta è un viaggio nel passato in un intreccio di colori, incredibili contrasti e autentiche meraviglie. Addentrarsi nel souk di Fez significa affondare le mani nella vita quotidiana dei cittadini. Nulla sembra cambiato da secoli. Cultura, tradizione, religione e arte, sono davanti ai nostri occhi.
Le concerie di Fez

Le concerie di Fez viste dall’alto
Oltre la nebbia che sale dalle griglie, dove le brochettes (spiedini di carne) vengono arrostite per strada, oltre i vecchi vicoli dimenticati di Fez, nasce un arcobaleno di colori dove prendono vita splendidi oggetti, creati a mano dagli artigiani della pelle. Dai terrazzi dei negozi si apre il variopinto alveare delle concerie, dove uomini si immergono in grandi vasche per lavorare il pellame. Ti diranno che è una zona sporca da evitare, ma secondo noi nasconde bellezze che non possono essere tralasciate.
Ciao Fez, ciao Marocco
Salutiamo Fez facendo una passeggiata nella città nuova, che è un caos di auto e smog. La gente cammina nel sole cocente portando in mano la spesa dentro buste di carta. Non è difficile vedere persone che reggono in mano una scatola, con dentro una gallina ancora ricoperta di piume. Giungiamo in una piazzetta dove un ragazzo fa salire i bambini su macchine telecomandate, per pochi spiccioli. Nelle piazze delle città succede spesso di trovare queste macchinine, come a Meknes.

Un’altra immagine scattata nel souk di Fez
I bambini girano in tondo e vanno su e giù ridendo. Purtroppo arriva il momento che temevamo e dobbiamo dire addio al Marocco. Ciao Idriss, ciao Mustapha. Ci fa male dire addio, preferiamo un arrivederci. Il nostro viaggio è stato emozionante come volare su un tappeto volante, alla scoperta di mille incantesimi da Mille e una notte.
Fez con bambini, consigli utili
Girare la città di Fez non è semplice, consigliamo di affidarsi ad una guida. Il souk può essere girato con il passeggino, ma è difficile districarsi nel caos di gente. Bastano un paio di giorni per vedere la città, ma anche in una giornata si riescono a vedere le cose più belle. Consigliamo di vedere assolutamente il souk e le concerie. Per altri consigli leggi il nostro articolo.
Sherazade continuò a raccontare storie al sultano per mille e una notte. Quando ebbe terminato l’ultima, disse: “Sono stata per voi una moglie fedele per mille e una notte e vi ho raccontato storie piene di avventure, di disgrazie, di colpi di fortuna, dolore e amore. Ditemi, ora siete di nuovo in grado di amare una donna? ” Il Sultano le rivolse una tenera occhiata. “Senza ombra di dubbio”, rispose. In effetti, si era innamorato di lei da un bel po’ di tempo. “Una cosa mi preoccupa”, disse. “Può una donna buona, intelligente e bella come te corrispondere al mio amore, dopo tutte le atrocità che ho commesso?” “Già vi amo”, disse Sherazade. Anche lei infatti si era innamorata del sultano. Da quel momento, il sultano e Sherazade furono la coppia più felice del mondo. Le storie raccontate da Sherazade girarono di bocca in bocca, nel mondo intero, e alla fine sono arrivate fino a noi.