Roma è bella come una diva sempre sotto i riflettori, bianca come i suoi marmi, d’oro come le sue chiese e i suoi tesori. Roma imponente, Roma città eterna, dove ogni pietra ha una storia da raccontare. Quella che vogliamo raccontarti oggi è una Roma nascosta, un pezzetto di città che si cela oltre i riflettori.
Dove si trova il Ghetto ebraico di Roma
Quello che vedi viene spesso scambiato per il Colosseo, ma è il suggestivo Teatro Marcello. Poco più avanti si trova il Portico d’Ottavia, costruito dall’imperatore Augusto per sua sorella Ottavia. Siamo nel Ghetto ebraico, gli ebrei un tempo erano obbligati a risiedere qui. Il Ghetto si trova a 8 minuti a piedi dall’Altare della Patria, nei pressi del fiume Tevere e dell’isola Tiberina. Uno dei quartieri di Roma che devi assolutamente vedere.

Il portico d’Ottavia
Storia del Ghetto ebraico di Roma
Oggi ti racconto una storia.
Gli ebrei abitavano a Roma dal secondo secolo a.C. Risiedevano però a Trastevere, poi Caracalla permise loro di essere cittadini romani a tutti gli effetti.
Il Ghetto di Roma nacque nel 1555 su ordine di Papa Paolo IV. Le persone al suo interno avevano l’obbligo di risiedervi e di portare sempre con sé un segno distintivo. Nel corso degli anni gli ebrei subirono ogni tipo di privazione e umiliazione. Dal 1500 al 1870 gli ebrei furono obbligati a stare qui.
Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi chiesero agli ebrei 50 kg d’oro in 36 ore per risparmiare la vita a 200 ebrei. Gli ebrei incredibilmente consegnarono l’oro, ma inutilmente. Alle ore 5:30 del 16 ottobre 1943, in Via del Portico di Ottavia a pochi metri dalla Sinagoga, si radunarono i camion e i soldati delle SS. Ebbe inizio quello che sarà ricordato come il sabato nero. Tantissimi ebrei furono deportati nei campi di concentramento.

Alba al quartiere ebraico di Roma
Come si viveva nel Ghetto di Roma
Nel palazzo che si trova vicino alla fontana delle tartarughe viveva la famiglia Costaguti, Achille fingendosi nazista nascose insieme alla sua famiglia 16 famiglie di ebrei. La famiglia Costaguti tenne in custodia anche diversi oggetti preziosi delle persone deportate, restituendo poi tutto una volta terminata la guerra, anche ai parenti di chi non era tornato. Nel Tempio Maggiore, la grande Sinagoga, nasce il Museo Ebraico dove si trovano le testimonianze di questo passato.

La fontana delle tartarughe
Camminando tra le stradine del Ghetto puoi imbatterti nelle pietre d’inciampo, situate vicino ai luoghi dove sono stati deportati gli ebrei. Incastonate tra i sanpietrini e l’asfalto, ai piedi delle porte delle case, le pietre d’inciampo raccontano la storia di quei terribili momenti. Sopra queste targhe è stato inciso il nome, la data di nascita, il giorno dell’arresto, il nome del campo di concentramento, il luogo e la data di morte di chi abitava oltre quella porta e non ha fatto più ritorno.
Non posso negarlo, leggere queste pietre è come tuffare le mani in quei momenti di dolore. È importante però non dimenticare.

Alcune pietre d’inciampo
Dove mangiare il carciofo alla Giudia
La cucina ebrea ha influenzato la cucina romana creando i capolavori della cucina giudaico – romanesca. Uno dei simboli della cucina ebraica è il carciofo alla Giudia, tagliato a forma di rosa e fritto due volte, servito bollente e croccante. Imperdibile una sosta allo storico ristorante Giggetto al portico d’Ottavia per provare il carciofo alla Giudia. Il ristorante serve anche ottimi piatti tipici della cucina romana, come la carbonara e la gricia. Da provare anche la frittura, tra cui i fiori di zucca ripieni di formaggio e alici, il baccalà fritto; buonissimo anche il carciofo alla romana.

Il carciofo alla Giudia di Giggetto al portico d’Ottavia
Dove mangiare la crostata ricotta e visciole
Per concludere il pranzo fai una sosta al forno Boccione per provare la crostata ricotta e visciole. Conosci la sua storia? Nel 1700 gli ebrei avevano il divieto di vendere latticini ai cristiani, una delle tante assurde privazioni imposte loro. Così nacque questa crostata coperta da uno strato di pastafrolla, che nascondeva al suo interno il goloso e formaggioso ripieno. I cristiani non avrebbero di certo rinunciato ad una tale bontà. Devi assolutamente provarla. Per altri consigli su dove mangiare a Roma leggi il nostro articolo.

La crostata ricotta e visciole di Boccione
Alcuni luoghi scorrono semplicemente davanti ai nostri occhi, altri lasciano un segno indelebile. La memoria del Ghetto ebraico di Roma scuote dentro come un terremoto, ricordare significa dare voce agli ebrei, per mettere a tacere il razzismo. Raccontaci un posto che ti ha fatto emozionare o commuovere.